L’ascolto attivo di Antonella De Ponte
(Psicologa e insegnante alla Scuola Sofia sui temi inerenti la comunicazione e la psicologia della persona)
Nelle relazioni fra noi e con chiunque incontriamo è importante saper comunicare efficacemente. Lo psicologo C. Rogers individua dei principi importanti su cui attenersi:
- Empatia
- Considerazione positiva
- Coerenza, autenticità
- L’empatia è la capacità di mettersi al posto dell’altro, di vedere il mondo come lo vede costui. E’ necessario comprendere l’altro nei suoi aspetti intimi e più personali come se fossero i propri, senza d’altronde dimenticare che in realtà non lo sono. L’empatia prevede anche il distacco emotivo, la vicinanza con l’altro non è quindi fusione.
- La considerazione positiva comporta che ci sia un profondo e sincero interesse per l’altro come persona con potenzialità umane, un interesse non contaminato da un giudizio sulle idee, sui sentimenti e sul comportamento della persona con cui entriamo in relazione.
- La coerenza e autenticità sono indispensabili per avere un buon livello di comunicazione; tutti noi conosciamo individui di cui ci fidiamo perché sentiamo che essi sono realmente come appaiono, aperti e trasparenti. In questo caso sentiamo di avere a che fare con la persona stessa, non con una facciata cortese e professionale.
Di seguito si indicano le regole della comunicazione; in vari campi di interazione umana questo modello funziona.
C’è differenza fra ascoltare, udire (percepire un suono) e sentire (riconoscere la presenza legata a un suono). Tramite l’ascolto ci si prende cura dell’altro nella sua totalità, si fa vibrare in noi l’eco che l’altro ci invia rendendoci partecipi della sua interiorità. L’ascolto non è un atto fortuito (passivo), ma intenzionale, che presuppone la libera volontà. E’ un’arte che esige preparazione, disponibilità e predisposizione. Il risultato perfetto si ottiene soltanto dopo molta costanza. C’è ascolto profondo quando si comprendono le motivazioni dell’altro anche se non sono condivise, anche se l’altro mi ferisce. Ci vuole umiltà e accettazione di lasciarsi ferire dentro per comprendere le ragioni dell’altro.
Regole dell’ascoltare:
- L’ascolto deve essere il più possibile accogliente.
- Ogni tanto è necessario provare a riassumere quello che l’altro dice: “ Ti ho capito bene?” “ Hai detto che…..”
- Stare nel qui ed ora, in ciò che l’altro mi comunica in quel preciso momento.
- Lasciar passare i pensieri che interferiscono per concentrarmi su ciò che l’altro mi sta comunicando.
- Prepararsi all’incontro svuotandosi da pensieri, sentimenti, giudizi; non avere schemi mentali, evitare la squalifica.
- Far passare all’altro che mi interessa più la sua persona che quello che dirà.
- Fare domande aperte che aiutano la comprensione “ Mi puoi fare un esempio?” “Cosa provi?” “ Cosa significa per te?”.
- Ringraziare alla fine dell’incontro.
- Dare un feedback sul sentimento che l’altro ci ha suscitato: fare cioè un atto di reciprocità, rivelando come io mi sento, come mi fa sentire la persona.
Regole del parlare:
- Parlare sempre in prima persona : “ Se mi ricordo bene” “ Da quanto ho capito” “ Mi sembra”.
- Riportare situazioni e comportamenti concreti senza generalizzare. Evitare le parole : sempre….tipico…..mai…..tocca sempre tutto a me…sei sempre così.
- Evitare interpretazioni o classificazioni es. “ Sei come tua madre”.
- Attenersi al tema senza divagazioni.
- Aprirsi (su quello che sento).
Errori da evitare.
- Chiedere perché. Es. Perché non hai portato a termine il compito? Meglio: Cosa ti ha impedito di portare a termine il compito?
- Non fare domande che rispondono alla nostra curiosità o a nostri bisogni personali piuttosto che ai fini del colloquio. Rispettare il nucleo interiore della persona dove c’è il suo rapporto con Dio.
- Evitare domande troppo invadenti o su argomenti che la persona non è ancora pronta ad affrontare ( attenzione però, che non sia una nostra paura).
- Fissare una scaletta dell’incontro.
- Esplicitare le regole della riservatezza e della privacy.
Ricordare, infine, che tutti noi siamo rigidi psicologicamente e mentalmente, che abbiamo del narcisismo e che spesso assolutizziamo il nostro pensiero. Occorre dilatare l’anima e ricordare che ogni relazione può essere arricchente e generativa di nuove opportunità.
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Posted: Gennaio 5, 2021 by stampa
L’ASCOLTO ATTIVO
L’ascolto attivo di Antonella De Ponte
(Psicologa e insegnante alla Scuola Sofia sui temi inerenti la comunicazione e la psicologia della persona)
Nelle relazioni fra noi e con chiunque incontriamo è importante saper comunicare efficacemente. Lo psicologo C. Rogers individua dei principi importanti su cui attenersi:
Di seguito si indicano le regole della comunicazione; in vari campi di interazione umana questo modello funziona.
C’è differenza fra ascoltare, udire (percepire un suono) e sentire (riconoscere la presenza legata a un suono). Tramite l’ascolto ci si prende cura dell’altro nella sua totalità, si fa vibrare in noi l’eco che l’altro ci invia rendendoci partecipi della sua interiorità. L’ascolto non è un atto fortuito (passivo), ma intenzionale, che presuppone la libera volontà. E’ un’arte che esige preparazione, disponibilità e predisposizione. Il risultato perfetto si ottiene soltanto dopo molta costanza. C’è ascolto profondo quando si comprendono le motivazioni dell’altro anche se non sono condivise, anche se l’altro mi ferisce. Ci vuole umiltà e accettazione di lasciarsi ferire dentro per comprendere le ragioni dell’altro.
Regole dell’ascoltare:
Regole del parlare:
Errori da evitare.
Ricordare, infine, che tutti noi siamo rigidi psicologicamente e mentalmente, che abbiamo del narcisismo e che spesso assolutizziamo il nostro pensiero. Occorre dilatare l’anima e ricordare che ogni relazione può essere arricchente e generativa di nuove opportunità.
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